L’amalgama è una lega a freddo composta prevalentemente da Argento, stagno, mercurio e rame. Talvolta può contenere piccole quantità di Zinco e Palladio. Gli amalgami più recenti presentano una elevata quantità di rame. Il rame migliora le proprietà meccaniche del materiale e ne riduce l’ossidazione e la corrosione. L’amalgama consente grandi possibilità restaurative da piccoli restauri ad intere ricostruzioni coronali, evitando il ricorso ad intarsi o corone protesiche dal costo decisamente superiore. L’amalgama si autosigilla e garantisce un ottimo sigillo dei margini cavitari, ostacolando l’infiltrazione del restauro e l’insorgere di carie secondaria. I restauri in amalgama si sono dimostrati semplici da eseguire, economici ed estremamente longevi. Un restauro in amalgama correttamente eseguito dura almeno 20 anni ed è alquanto comune osservare restauri ancora in ottime condizioni dopo 30 anni o più. Purtroppo l’amalgama non è estetica. Il suo colore metallico non è per nulla gradevole, soprattutto se nel tempo il materiale va incontro ad una marcata ossidazione. Attualmente, l’impiego di materiali compositi estetici di grande affidabilità clinica rende obsoleto l’utilizzo dell’amalgama, per quanto ogni alternativa all’amalgama si associ anche ad un maggior costo.
Sono ormai almeno 20 anni che talune pubblicazioni sostengo l’ipotesi che l’amalgama sia un materiale tossico. Ciò deriva dalla presenza nell’amalgama del mercurio. Il mercurio è indubbiamente un materiale tossico, ma vediamo di fare un po’ di chiarezza sulla questione.
Il mercurio allo stato puro è un elemento assolutamente tossico. Anzi, molto tossico! Come tale, tuttavia, viene assorbito dall’organismo umano solo attraverso l’inalazione di vapori di mercurio. L’assorbimento attraverso la cute e il sistema digerente è trascurabile. Pertanto, affinché il mercurio elementare possa essere nocivo per la salute deve essere inalato.
Ben più tossici del mercurio sono, invece, alcuni compositi o sali del mercurio, soprattutto in combinazione con il Cloro (sublimato corrosivo, un potente veleno!), lo Zolfo o l’Azoto.
Altamente tossici sono anche i composti organici del Mercurio. Tra questi riveste una particolare importanza il Metilmercurio. Questo composto organico origina dalla trasformazione del mercurio da parte di batteri presenti nell’ambiente, in particolar modo nei sedimenti marini. Il metilmercurio entra nella catena alimentare, dal fitoplancton, allo zooplancton, ai pesci predatori e, infine, all’uomo. Il Mercurio è contenuto anche in taluni fertilizzanti agricoli. Presente, quindi, nel terreno e trasformato dai batteri in metilmercurio, il Mercurio viene prima assunto dalle piante, che diventano foraggio per gli animali, per poi passare nell’uomo attraverso l’alimentazione dovuta alle carni in genere o ai vegetali.
La fonte principale di assunzione di mercurio, quindi, è formata dal cibo e il consumo di pesce è la più importante causa di esposizione all’ingestione di mercurio. Il Metilmercurio viene facilmente assorbito dal sistema digerente. Nell’uomo l’emivita dei composti del Metilmercurio è di 70 giorni! Ciò comporta un progressivo accumulo del Mercurio nell’organismo.
Composti tossici del Mercurio sono ancora presenti in taluni prodotti omeopatici (Mercurius solubilis), antisettici, vernici, cere per pavimenti, lucidanti per mobili, negli ammorbidenti e nei filtri per i condizionatori di aria. Un composto del Mercurio si trova anche nel Thimerosal, utilizzato nella preparazione di alcuni vaccini.
Da un punto di vista odontoiatrico il Mercurio nell’amalgama dentale si trova combinato con l’Argento e lo Stagno. Si presenta, pertanto, come un composto e non è presente in forma libera.
L’ingestione di particelle di amalgama non porta ad un assorbimento intestinale di Mercurio. L’unica possibilità che il mercurio presente nell’amalgama possa nuocere alla salute è la sua inalazione, cioè l’inalazione di vapori di Mercurio. Il Mercurio si trova ancora libero nell’amalgama durante la sua condensazione nella cavità dentale e può liberarsi dall’amalgama per surriscaldamento durante la rimozione dell’amalgama eseguita con strumenti rotanti ad alta velocità. L’impiego della diga di gomma, sia nella fase di condensazione dell’amalgama, sia in quella di rimozione e l’utilizzo dei comuni aspiratori chirurgici contestualmente a queste due fasi rende improbabile una significativa inalazione di Mercurio. Una volta indurita, l’amalgama non libera più significative quantità di Mercurio, poiché il Mercurio rimane legato nei composti metallici con l’Argento e lo Stagno. La presenza sul restauro in amalgama di uno strato superficiale di Ossido di Stagno e di Ossido di Zinco impedisce ulteriormente la liberazione del Mercurio.
In realtà, non si può negare che l’amalgama dentale non contenga del Mercurio e che liberi nell’organismo una certa quantità di Mercurio. L’impatto che l’amalgama esercita sulla salute è senza dubbio di gran lunga trascurabile rispetto a tutte le diverse forme di assunzione del Mercurio e di composti organici del Mercurio, ben più tossici, a cui siamo esposti.
Ciò non esclude che ciascuno debba essere libero di scegliere e di non accettare un restauro in amalgama, cosi come deve ritenersi libero di non mangiare pesce di mare.
Ben diversa è la problematica individuale legata a fenomeni di intolleranza, ipersensibilità o allergia. Come alcune persone possono essere allergiche al Nickel, non si può escludere che vi siano reazioni individuali al Rame, allo Stagno, al Mercurio o all’Argento. La presenza di fenomeni patologici in un determinato paziente, verosimilmente correlabili alla presenza di amalgami dentali, può portare alla ragionevole risoluzione di rimuovere le amalgame presenti. Solo a posteriori si potrà verificare se tale ipotesi fosse corretta. Tuttavia, qualora il paziente sia motivato e disposto a sostituire l’amalgama con restauri estetici, altrettanto funzionali e a sostenerne il costo, non è affatto biasimabile da un punto di vista professionale. Anche se non si dimostrerà alcuna correlazione tra l’amalgama e i disturbi che il paziente riferiva, egli potrà comunque essere contento di avere dei restauri nuovi, estetici e di lunga durata.
Ciò che deontologicamente non è accettabile e che si possa insinuare una tossicità dell’amalgama, pericolosa per la salute, tanto da convincere il paziente alla rimozione dei restauri in amalgama per il solo fine di lucro o peggio, per lo stesso motivo, lasciare intendere che alcune gravi malattie, come la sclerosi multipla, possano essere legata alla presenza di amalgame dentali.
Detto questo, forse ciò che ha principalmente cambiato l’orientamento restaurativo nel mondo dentale non è la tossicità dell’amalgama o la ricerca di materiali più salutari, ma probabilmente solo una maggiore aspettativa estetica, che l’amalgama non può dare. Ma, i materiali estetici, alternativi all’amalgama, sono davvero così privi di rischi per la salute?
(c, d) Restauri in amalgama dopo più di 25 anni.
(e) Restauri in amalgama dopo più di 20 anni. L’amalgama consente il restauro di piccole cavità (a destra), così come dell’intera corona dentale (a sinistra).
I compositi sono materiali composti, ottenuti dall’inserimento in una matrice polimerica di un riempitivo inorganico, costituito generalmente da quarzo, vetro, silicati o ceramica.
La matrice è costituita da una miscela di monomeri resinosi, principalmente rappresentati da metacrilati. Tra questi troviamo il BIS-GMA (Bisfenol-A-Glicidilmetacrilato), l’UDMA (Uretandimetacrilato), l’MMA (Metilmetacrilato), il TEGDMA (Trietilenglicoldimetacrilato), l’EGMA (Etilenglicolmetacrilato). Oltre a questi monomeri sono presenti ancora molte altre sostanze chimiche che fungono da attivatori, iniziatori o inibitori della polimerizzazione.
I materiali compositi, inseriti nel cavo orale con una consistenza variabile, da quella di un fluido a quella di una pasta più o meno densa, solidificano per polimerizzazione, attraverso processi chimici autoindotti o innescati dall’esposizione alla luce di particolari lampade fotopolimerizzatrici. Il monomero resinoso, che all’origine ha l’aspetto di un liquido, una volta polimerizzato si presenta come un solido.I compositi sono materiali composti, ottenuti dall’inserimento in una matrice polimerica di un riempitivo inorganico, costituito generalmente da quarzo, vetro, silicati o ceramica.I compositi sono materiali composti, ottenuti dall’inserimento in una matrice polimerica di un riempitivo inorganico, costituito generalmente da quarzo, vetro, silicati o ceramica.
Il grado di conversione del monomero in polimero è variabile, a seconda della composizione chimica e dell’energia di fotoattivazione applicata. In un restauro in composito è possibile riscontrare ancora una percentuale di monomero non polimerizzato, variabile dal 50 al 20 %. Questa frazione di monomero può essere dismessa dal materiale ed essere assorbita dall’organismo.
Le sostanze chimiche presenti in un composito possono manifestare reazioni di tipo allergico (tab. I) o molte di esse sono tossiche a livello cellulare (tab.II).
Monomeri metacrilici |
2-idrossietilmetacrilato |
Trietilenglicoldimetacrilato |
Bisfenol- A- Glicidilmetacrilato |
Acido dimetilmetacrilatopiromellitico |
Uretandimetacrilato |
Bisfenol-A-polietilenglicoldieteremetacrilato |
Etilenglicoldimetacrilato |
Altre sostanze |
Camforochinbone |
Amine aromatiche terziarie |
metilidrochinone |
2-idrossi-4-metoss benzofenone |
2-(2-idrossi-5metilfenil)benzotriazole |
Tab. I. Allergeni presenti nei materiali compositi.
Trietilenglicoldimetacrilato |
2-idrometossibenzofenone |
Uretandimetacrilato |
2-idrossietilmetacrilato |
Bisfenol-A-Glicidilmetacrilato |
Metilmetacrilato |
Tab. II. Sostanze chimiche presenti nei materiali compositi per cui sia stata dimostrata una tossicità cellulare.
Tra tutti i componenti chimici presenti nei materiali compositi il BIS-GMA è attualmente al centro di una importante discussione, attorno ai suoi potenziali rischi per la salute.
Il BIS-GMA è un bisfenolo di tipo A. I bisfenoli sono stati messi in relazione con i seguenti rischi per la salute:
- interferenza con l’attività ormonale per una azione mimetica sugli estrogeni (alterazione dello sviluppo del feto maschile, riduzione della fertilità maschile, azione sulla ghiandola mammaria e sulla prostata);
- effetti sul sistema immunitario;
- effetti sulle cellule cardiache (aritmia cardiaca nelle donne);
- neurotossicità (effetti inibitori sullo sviluppo neuronale del feto);
- cancerogenicità;
- diabete.
In realtà, i bisfenoli sono presenti in molti materiali plastici di utilizzo comune. Sono utilizzati nella sintesi del poliestere e come inibitore della polimerizzazione del PVC. È un monomero chiave nella produzione delle resine epossidiche e nelle più comuni forme di policarbonato. Il policarbonato, che è pressoché infrangibile, è usato per un gran numero di prodotti per bambini, bottiglie, attrezzature sportive, dispositivi medici e odontoiatrici, lenti per gli occhiali, dischi ottici, elettrodomestici, caschi di protezione e ovunque siano necessarie caratteristiche di durezza e resistenza. Le resine epossidiche che contengono bisfenolo A sono utilizzate, invece, come rivestimento interno nella maggior parte delle lattine per alimenti e bevande.
La quantità di bisfenolo che si libera dai restauri dentali è indiscutibilmente bassa, probabilmente inferiore a tutto il bisfenolo che assumiamo da altri prodotti di uso alimentare. Tuttavia, così il National Toxicology Prohgram si esprime sul potenziale rischio dei bisfenoli per la salute, in una scala di 5 livelli di “preoccupazione” (Tab. III):
“seria preoccupazione” | |
“preoccupazione” | |
Effetti sul cervello, sul comportamento e sulla ghiandola prostatica nel feto, nei neonati e nei bambini. | “qualche preoccupazione” |
Effetti sulla ghiandola mammaria e pubertà precoce nelle donne. Ridotta fertilità nelle persone esposte per ragioni occupazionali. | “minima preoccupazione” |
Mortalità fetale o neonatale, malformazioni alla nascita, ridotto peso alla nascita, deficit dello sviluppo. Ridotta fertilità nelle persone esposte per ragioni non occupazionali. | “preoccupazione trascurabile” |
Tab.III. Livelli di “preoccupazione” ed effetti sulla salute correlati per l’esposizione ai Bisfenoli secondo la National Toxicology Prohgram.
Per quanto il Bisfenol-A-Glicidlmetacrilato (BIS-GMA) sia un monomero estremamente comune in odontoiatria, non tutti i materiali compositi lo contengono. Alcune ditte produttrici di materiali compositi hanno deciso di non utilizzare i bisfenoli. Il monomero che più comunemente sostituisce il BIS-GMA in questi compositi è l’Uretandimetacrilato (UDMA). Per quanto non sia un bisfenolo si tratta comunque di un metacrilato. Molecole altetrnative ai bisfenoli, che non siano dei metacrilati, sono il PEX (poliepossifenolo) e il Silorano, entrambe associate a noti compositi utilizzabili in odontoiatria. Nella tabella IV sono riportati alcuni compositi dentali e il loro contenuto in relazione alla presenza o meno di bisfenolo A e dei suoi derivati.
COMPOSITO | PRODUTTORE | |||
Aelite Flo | Bisco | SENZA bis-GMA | ||
Aelite Flo LV | Bisco | |||
Alert* | Jeneric Pentron | |||
Quixfil TM | Dentsply | |||
SDR | Dentsply | |||
Venus Bulk Fill | Heraeus Kulzer | |||
Venus Diamond flow | Heraeus Kulzer | |||
Estelite Flow Quick | Tokuyama | |||
G-Aenial Anterior | GC | |||
G-Aenial Flow | GC | |||
G-Aenial posterior | GC | |||
G-Aenial Universal Flo | GC | |||
Kalore | GC | |||
Aelite LS Packable | Bisco | SENZA bis-GMA o BPA-derivati: a base di UDMA * con TEGDMA | ||
Clearfil Majesty ES Flow* | Kuraray | |||
Clearfil Majesty Flow* | Kuraray | |||
Fantasista* | Sun Medical | |||
Fusio* | Jeneric Pentron | |||
Gradia Direct (X) | GC | |||
Gradia Direct Flo* | GC | |||
Gradia Direct LoFlo* | GC | |||
Metafil CX* | Sun Medical | |||
Perfect Feel | Itena | |||
Perfect Feel Flow* | Itena | |||
Renamel Microfill (+ superBrite) | Cosmedent | |||
Tetric* | Ivoclar Vivadent | |||
Venus Diamond | Heraeus Kulzer | |||
Venus Pearl | Heraeus Kulzer | |||
Wave (3 viscosités) | Southern Dental | |||
Xtrem nano | Apol | |||
Filtek Silorane | 3M | SENZA BPA-derivati o UDMA |
Tab.IV. Alcuni compositi utilizzati in odontoiatria senza BIS-GMA, senza BISGMA e derivati del Bisfenolo A (BPA), senza BPA-derivati o UDMA.